Ipertensione

Il termine ipertensione indica la presenza di valori pressori superiori ai limiti prestabiliti dalle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): 90 mmHg (millimetri di mercurio) per la pressione diastolica e 140 mmHg per la sistolica, nel gergo comune dette rispettivamente "minima" e "massima". 
Molto spesso il paziente iperteso non si rende conto di esserlo in quanto non lamenta sintomi particolari e si considera quindi in buona salute. I valori pressori possono variare a seconda dell'età, del peso e delle condizioni di salute del paziente, ma il perdurare dello stato ipertensivo costituisce un grave rischio per la salute in quanto provoca danni a carico soprattutto di cervello, cuore, reni e arterie periferiche. 
Tali danni possono essere correlati sia alla formazione di placche aterosclerotiche - in particolare in quei tratti dell'albero arterioso dove maggiore è la turbolenza del sangue - sia alla sofferenza dei tessuti a causa dell'impatto dell'ipertensione stessa. Alla luce di queste considerazioni è quindi facile intuire perché l'ipertensione venga considerata un fattore di rischio per altre gravi malattie: è stata infatti dimostrata una precisa correlazione tra aumento della pressione e frequenza di complicanze gravi, come ictus e infarto miocardico. 

Diffusione 
L'ipertensione è una delle patologie cardiovascolari più diffuse al mondo, si stima infatti che ci siano circa 1 miliardo e mezzo di ipertesi nel mondo, di cui 15 milioni in Italia. 
Questa patologia è ancora sottostimata - 1 malato su 4 si rivolge al medico e segue la terapia adeguata - e per questo molto pericolosa. Ogni anno muoiono 7-8 milioni di persone nel mondo/240.000 in Italia per malattie cardiovascolari correlate alla pressione alta e questi numeri sono destinati a salire nei paesi occidentali a causa di stili di vita inappropriati. 
Dati ISTAT 2004 e OMS 2005